Giunto nel luogo che volli fuggire. Il canto CX d’Ausiàs March
DOI:
https://doi.org/10.7203/scripta.19.24472Resum
Riassunto: Il saggio riflette sui modi in cui il canto CX di March gestisce l’elaborazione dell’esperienza interiore sotto la spinta della follia d’amore. In particolare riflette sulla compresenza di modalità sincroniche e diacroniche di vivere e rappresentare i movimenti dell’io, alla luce di una configurazione prismatica della coscienza. Riconosce quindi nel componimento il topos della conversione, ma trasportato su un piano secolarizzato, e incapace dunque di una reale trasformazione interna; e registra quindi le differenze constitutive rispetto ai modelli di Dante e di Petrarca, pure ben presenti.
Parole chiave: Ausiàs March, canto CX, sincronia e diacronia, conversione, secolarizzazione
Abstract: The essay reflects on the ways in which March’s CX poem processes inner experience under the pressure of the madness of love. In particular, it reflects on the coexistence of synchronic and diachronic ways of living and representing the movements of the subject, in the light of a prismatic configuration of consciousness. Related to this, the essay identifies in the composition the topos of conversion, but transported to a secular level, and therefor incapable of a real internal transformation. On the basis of that, the essay notes the constitutive differences with respect to the models of Dante and Petrarch, which are also present.
Keywords: Ausiàs March, song CX, synchrony and diachrony, conversion, secularisation
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