Parole del mare. Il contributo catalano al lessico sardo della pesca
DOI:
https://doi.org/10.7203/scripta.22.27838
Resum
Riassunto: La Sardegna, per motivi storici, non possiede tradizioni nell’ambito marinaresco, ma i suoi abitanti hanno lasciato che fossero i popoli stranieri (dapprima catalani e spagnoli, poi campani, siciliani e liguri) ad occuparsi delle professioni relative al mare: da qui discende il fatto che anche il lessico pertinente a questa sfera lessicale è composito ed è stato interamente preso a prestito da altre lingue. Il contributo si concentra in particolare sugli apporti del catalano al lessico nautico e marittimo, che appaiono cospicui e pervasivi, e coprono vari ambiti che vanno dai vocaboli del porto e della pesca, con le relative attrezzature, fino alle più umili denominazioni dei pesci di mare, dei crostacei e dei molluschi.
Parole chiave: lessico marinaresco, ittionimia, lingua sarda
Abstract: Sardinia, for historical reasons, does not have traditions in the maritime field, but its inhabitants allowed foreign peoples (first Catalans and Spaniards, then fishermen from Campania, Sicily, and Liguria) to take care of professions related to the sea. As a result, the relevant lexicon in this linguistic sphere is composite and entirely borrowed from other languages. The essay specifically focuses on the contributions of Catalan to the nautical and fishing lexicon, which appear substantial and pervasive, covering various areas ranging from port and fishermen terms, along with their respective equipment, to the humblest names of sea fish, crustaceans, and mollusks.
Keywords: Maritime lexicon, ichthyonymia, Sardinian language
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