Ad intra e ad extra: riposizionamenti spaziali nella letteratura del xx secolo prodotta da donne
DOI:
https://doi.org/10.7203/scripta.24.30076Resum
Nel presente testo, verranno esaminati alcuni degli spazi narrati da quattro illustri autrici del
Ventesimo secolo: Maria Aurèlia Capmany, Natalia Ginzburg, Elsa Morante e Mercè Rodoreda. L’analisi
inizia con la contrapposizione tra lo spazio interno, legato alla percezione primaria, e lo spazio esterno,
influenzato dalle dinamiche sociali. Attraverso i testi proposti, s’indagherà sulla profondità dell’esperienza
umana e sulle inevitabili connessioni spaziali che essa implica. L’analisi metterà in luce, in alcuni casi, la
capacità adattiva delle protagoniste letterarie citate, in altri il loro disagio e in altri ancora la loro abilità nel
sapersi riposizionare nello spazio, andando oltre le circoscrizioni imposte loro dalla storia e dalla società.
Grazie a questo riposizionamento, vedremo come alcune delle protagoniste si riappropriano dello spazio
urbano, tradizionalmente un luogo androcentrico, mentre altre dimostrano non solo di saper custodire lo
spazio domestico ma anche di saperlo edificare, sostituendo nuove aperture alle limitazioni imposte.
Parole chiave: spazio, letteratura, la città, la casa, genealogie letterarie
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