Il mestiere di tradurre 1: entrevista a Juan Antonio Vivanco
Parole chiave:
Entrevista, Traducción, Juan Antonio VivancoAbstract
Hijo del poeta Luis Felipe Vivanco y de la escritora María Luisa Gefaell, Juan Antonio Vivanco Gefaell lleva más de tres décadas desarrollando una prestigiosa labor como traductor. Por sus manos han pasado autores italianos tan dispares como Roberto Saviano (La belleza y el infierno, Debolsillo, 2010), Paolo Maurensig (Canon inverso, Mondadori, 1997), Pier Paolo Pasolini (Escritos corsarios, Ed. Del Oriente, 2009) o Paolo Cottino (La ciudad imprevista, Bellaterra, 2005), por citar unos pocos.Traductor minucioso y preciso no sólo de textos narrativos, también se deben a él textos técnicos que abarcan media docena de especialidades humanísticas: desde libros de antropología como el interesante Genes, pueblos y lengua de Luca Cavalli Sforza (Crítica, 1997), a textos de etnografía como La tierra del remordimiento de Ernesto de Martino (Bellaterra, 1999) en cuya traducción, nos comenta, disfrutó de forma especial, hasta llegar a densos manuales como la Historia de España de Joseph Pérez (Crítica, 1999) o Crisis e inflación entre la Antigüedad y la Edad Media de Georges Depeyrot (Crítica, 1996). Intentar abarcar el trabajo de Juan Antonio Vivanco implicaría, sin duda, citar las mejores editoriales de nuestro país y una amplia variedad temática hasta abarcar disciplinas tan diversas como la micología, el alpinismo, la historia del Arte y, especialmente, sus múltiples traducciones de estudios sobre Islam y Oriente Medio.Zibaldone. Estudios italianos le agradece que se haya prestado a inaugurar este espacio, Il mestiere di tradurre, contestando a unas preguntas sobre su trayectoria y su profesión. Entrevista de Juan José Tejero y Juan Pérez Andrés.
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