L'Agnese va a morire (novela, fragmento)
Parole chiave:
Renata Vigarnò, L'Agnese va a morireAbstract
RENATA VIGANÒ (Bologna, 1900 - 1976), iniciada en la poesía desde muy pequeña, la mala situación económica familiar y la llegada del fascismo la obligaron a dejar temporalmente sus dos grandes pasiones, la medicina y la literatura, para volcarse, en calidad de correo, enlace y enfermera, a la causa partisana, una verdadera “scuola di partito” a la que llegó de la mano del que sería su compañero por el resto de su vida, Antonio Meluschi. Su experiencia entre los partisanos, primero en la zona de Romagna y luego en el valle de Comacchio, le sirvió de materia para su obra maestra, L’Agnese va a morire, de la que ofrecemos la traducción de su capítulo IV. La obra está considerada una de las novelas más significativas de la posguerra italiana y precursora, en ciertos aspectos, del neorrealismo. Escrita en 1949, la novela le valió ese mismo año el premio Viareggio. Aunque el mismo tema es parte ineludible de otras narraciones como Donne nella Resistenza (1955) o Matrimonio in brigata (1976), todas ellas con un importante transfondo autobiográfico, Renata Viganò sigue siendo hoy en día especialmente recordada por su Agnese va a morire, de la que en 1976 Giuliano Montaldo realizó una exitosa adaptación con la actriz Ingrid Thullin en el papel de Agnese.
El fragmento seleccionado, con traducción de Sara Garrote Gutiérrez, se encuentra al inicio de la novela: Agnese acaba de perder a su marido, Palita, muerto en una prisión nazi a la que ha ido a parar tras la denuncia de una vecina que vio cómo escondía a un desertor, y, poco a poco, empieza a colaborar con los grupos partisanos de la zona.
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