“Le avventure di Numero Primo” o cómo unir los puntos que todos ven con líneas que nadie ve, entrevista a Marco Paolini
Parole chiave:
Marco Paolini, teatro de narraciónAbstract
El último espectáculo de Marco Paolini, Le avventure di Numero Primo, propone a los espectadores una obra sensiblemente diferente a su producción anterior sin abandonar los rasgos característicos que lo han situado, desde principios de los años noventa, como una de las cabezas más visibles del denominado “teatro di narrazione”. Después de espectáculos como Ballata di uomini e cani (2010) o Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute (2011) alejados de las coordenadas italianas, el autor de Belluno regresa a la región véneta natal en la que ambientó obras tan celebradas como Il Milione. Quaderno veneziano (1998) o el ciclo del Bestiario (1998-1999) para plantear por primera vez un espectáculo situado en un futuro cercano en el que conjuga, como es habitual en su dramaturgia, la ironía y la comicidad con una notable carga cívica. Si con títulos como Il racconto del Vajont (1996) o I-TIGI. Canto per Ustica (2000) Paolini dio carta de naturaleza al denominado “teatro civile”, no hay duda de que con Le avventure di Numero Primo abre un nuevo cauce en una modalidad teatral, el teatro de narración, que cuenta ya con algo más de dos décadas de existencia. La tournée del espectáculo durante la temporada 2017-2018 nos da la ocasión de entrevistar al autor y de charlar con él de esta particular obra de la que hace unos meses se publicó también la novela homónima escrita a cuatro manos junto a Gianfranco Bettin.
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