Vedere non basta. Un omaggio a tre voci a Huillet-Straub
Abstract
Le pagine a tre voci che compongono questo omaggio sono nate da una coincidenza: a) l’apparizione, nell’aprile del 2024, di un libro che offriva ai lettori di lingua spagnola un volume che, come una cassetta degli attrezzi, cercava di facilitare l’accesso a una delle opere più coerenti, audaci e dense mai prodotte nel campo del cinema: b) la conferenza tenuta dalla compagna del regista che, appena un mese prima, aveva fatto luce sull’impulso iniziale da cui è scaturito il cinema di Straub-Huillet, come parte di una cultura che contribuisce a rendere possibile la vita comune dell’umanità, che è una degna risposta a quello che il giovane filosofo (Karl Marx) chiamava il “corpo inorganico dell’uomo”, quello che chiamiamo natura e dalla cui sopravvivenza dipende la nostra sopravvivenza come specie. I testi così riuniti alludono sia a un lavoro globale a lungo termine sia a piccoli (grandi) motivi formativi che fungono da innesco per un cinema che non cerca “né di consolare, né di santificare, ma solo di proporre”, per parafrasare Wallace Stevens.
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