A favore e contro la storia. Il cinema moderno ed il popolo scomparso, o il crollo dell’essenzialismo
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https://doi.org/10.7203/eutopias.18.16841Parole chiave:
Nuovi cinema, memoria, anni Sessanta, Jean-Luc Godard, Pier Paolo PasoliniAbstract
La freschezza dei ‘nuovi cinema’ cominciò come un soffio di memoria e di storia. Per una generazione di cineasti degli anni Sessanta, l’irruzione della modernità non avrebbe dovuto portare alla dememoria, al culto del’effimero o del delocalizzato. Al contrario, lavorando con i resti della IIGM e in un clima di forte tensione geopolitica, questi cineasti, soprattutto in Europa, non hanno voluto dimenticare le ferite passate o presenti, e le hanno riaperte contro il consenso amnesico proprio del periodo del “progresso”. Si proponevano di criticare i grandi ideali che cominciavano a svanire all’orizzonte delle grandi trasformazioni sociali del dopoguerra e appellavano alla creazione di nuovi ideali mediante l’uso di immagini.
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